Essere Oggi Exallievo/a di don Bosco
Il Laico Salesiano Exallievo di Don Bosco nelle Costituzioni degli SdB (art 5) viene definito come colui che appartiene alla grande Famiglia Salesiana in ragione dell’ “Educazione ricevuta”. Ed ecco perché, oltre che affettivamente, ma soprattutto geneticamente, l’Exallievo è legato a quel don Bosco che si staglia nella Chiesa come “l’educator princeps”, come lo ebbe a definire Pio XI.
Ora, proprio in ossequio a questo inizio carismatico di don Bosco nella vocazione all’Educazione , la particella ex ,che precede il sostantivo allievo, non deve rimandare riduttivamente ad un passato ormai consunto e non più sul pezzo e senza freschezza ispirativa.
E, ordunque, mi si permetta una licenza letterario-storica salesiana, se mi piace considerare che la suddetta particella ex, in merito anche alla nostra categoria salesiana dell’Ex-allievo, io la consideri come preposizione latina ex. Come dirò più avanti, questa libera interpretazione, presa in prestito dalla grammatica latina, mi offre un assist per qualificare la terminologia Ex-Allievo, riscattandola da altre interpretazioni che finiscono per distrarre dalla vera intuizione intelligente e devota delle origini, ad opera dei ‘padri’ fondatori, siano essi stati salesiani consacrati o laici : si pensi a Gastini, a d Bosco, d Rua, d Rinaldi, l’Ing Gribaudi ed altri, tra consacrati e giovani e adulti laici, che fecero di Valdocco la culla della Exallievità anche come Associazionismo Salesiano. Sì, l’Exallievità , particolarmente quella associativa , oltre l’Exallievità come movimento, è nata nella terra santa salesiana di Valdocco e non nelle aule sociologiche . La nostra particella “ex”, innestata in quella della cultura latina acquista una accezione altra che conferisce un significato più congruo al nostro caso
La preposizione latina Ex ci rimanda ad una derivazione di provenienza dalla quale procediamo ; da un luogo ideale fontale di una identità di appartenenza da dove deriviamo.
Sì, l’etimologia di quella parolina “Ex” non è solo di natura tecnicamente linguistica ma soprattutto vitalmente ontologica: l’etimo di quella ’Ex’, che precede il nome Allievo salesiano, ci dice la provenienza di una specifica identità genetica di natura educativa essenziale.
Ci fa intendere che l’Ex-allievo, derivando da una scuola educativa salesiana – appunto per l”educazione ricevuta” – si coglie, cioè, costitutivamente non solo allievo, ma discepolo”.
E proprio per questo fenomeno virtuoso della educazione boschiana, il giovane e l’adulto, che respirano nei vari ambienti di una casa salesiana l’aria trasformante del Sistema Preventivo, godono del beneficio del discepolato quando vivono abitualmente uno stato relazionale con l’ispiratore ed educatore , don Bosco, e con i suoi figli che l’incarnano significativamente: è allora che si istaura una relazione di impegno nella reciprocità educativa e pastorale , costituendo un sistema spirituale di discepolato.
E di questo discepolato nella prassi salesiana educativa mi piace considerare lo stile del “fare essenziale” e perciò secondo l’essere.
Oggi noi educatori siamo invitati continuamente e riflettere sulle tempeste emotive che vivono i nostri giovani. Ora la pedagogia di un umanesimo personalista ci dice chiaramente che il deficit di una sanità relazionale tra giovani tra di loro e tra giovani ed adulti – si pensi alla violenza crescente nei nostri giovani – sta nel fatto che noi adulti abbiamo dimenticato che ciò che promuove l’agiatezza relazionale è l’ascolto profondo delle domande inespresse della gioventù. E tale disponibilità all’ascolto cresce e matura nel vivere secondo essere in qualità e non in quantità.
Anche nella FS assistiamo ad un trend , a volte parossistico, del fare, del presenziare, dell’abitare la scena di un genere di social e non dell’abitare la stanza del pensare, dell’affacciarsi sul davanzale del contemplare. A volte nelle nostre associazioni si condensano l’irrequietezza dell’estroversione e l’ipercinetica delle relazioni scenografiche a scapito dell’ascolto e della visione dei significati che fanno respirare aria salubre tra di noi. Non ci si può affannare in quel gioco del posizionare bandierine prima degli altri. Ma bisogna attendere a rassodare i solchi delle coscienze, a congiungere le mani per pregare Colui che guarda nel segreto ( Mt 6,1-6. 16-18). Va curata l’attenzione a Colui che è già in quel seme di quel profondo interiore che , in ogni modo si dischiude e diventa generativo ( Mc 4, 26-29).
Il discepolato di don Bosco non è uno stato sociologico di raccolta di cifre o di slogan o di post, ma di forti relazioni valoriali, che abitano soprattutto le profondità delle risposte alle domande riconducibili alla invocazione dell’essenzialità, anche nelle povertà e fragilità . E per essere sacerdote di essenzialità, l’Exallievo salesiano non è tanto un votato al delirio del fare, del presenziare e del collezionare i like che plaudono ad ogni interventismo nell’ emergenza, ma è un discepolo di un santo che ha sempre fatto sì tante cose, ma per la “gloria di Dio e la salvezza delle anime”.
Carissimi Exallievi dell’Unione “Speranza” di Bari, so che tra voi ci sono non pochi che fanno molto, che sono generosi nell’aiutare soprattutto i giovani pericolanti. So che non mancano coloro che, davvero con spirito di fede e senza cedere al diavolo della appariscenza ed esibizione, con pacatezza interiore imitano il santo manager del bene per l’’eternità, e non per appalto di progetti esistenziali di piccolo respiro e magari di confuse motivazioni .
Vi auguro di curare in voi sempre più, nella logica della Quaresima che libera e purifica le eccedenza dell’Io, una presenza operosa , ma non gravata dalla corsa ad esserci in ogni modo e secondo ogni scenario ideale. Bensì ad esserci nel segno anche della Croce che si erge alta e orientante a “cose” più trasformanti le coscienze, onde abilitarle a salvare ogni anima, e non solo dei giovani, ma di ogni membro della FS che vi accosta.
Siate suscitatori di nostalgia, ma non stancamente di cose già fatte o molto lontane , pur buone ma ora non più necessarie.
Ma destatori della nostalgia della Speranza.
Siate suscitatori di incontri, di parole piene di pace interiore e di passione per la vita secondo il Vangelo di Giovanni Bosco.
Auguri salesianamente Pasquali!
Don Tobia Carotenuto